Chi, negli scorsi anni, ha isolato la propria casa con il cappotto termico con pannelli di polistirolo, poliuretano, fibra di vetro o fibra di roccia si sarà sorpreso nello scoprire che, nel corso del tempo, le facciate diventano sempre più “verdi”.
Spesso, infatti, su questi sistemi isolanti crescono muffe e alghe in particolare l’alga Fritschiella che normalmente prospera nei boschi.
La dimensione del problema è rintracciabile su internet sul cappotto termico: sono centinaia di migliaia i siti che appaiono digitando come parole di ricerca su google, “alghe su facciata” “muffa su muri” “eliminare la muffa dai muri” ecc.
Queste alghe comportano due tipologie distinte di danni del cappotto termico:
I danni estetici, che non riguardano solo l’aspetto della facciata ma anche il valore di mercato dell’edificio che presenta il problema
I danni alla salute di chi vive all’interno di queste case: la presenza di alghe e muffe può causare diverse malattie come asma, enfisemi polmonari, aspergillosi, cioè l’infiammazione dell’apparato respiratorio, della pelle e della membrana mucosa.
Secondo un calcolo dei medici dell’Università di Wuzburg ogni anno in Germania muoiono 2.500 persone come conseguenza delle infiammazioni causate dalla muffa.
In Germania si è aperto un dibattito sul cappotto termico:
secondo Peter Seeling, direttore della GDI (associazione tedesca per l’industria dell’isolamento termico) l’isolamento termico non modifica, in negativo, la presenza di alghe, muffe e spore sulle facciate e consiglia sempre di ben arieggiare la casa. Tuttavia le alghe e le muffe si formano ed il problema che sollevano diversi medici tedeschi è che se la presenza di alghe e spore all’esterno è maggiore che all’interno arieggiare la casa potrebbe avere conseguenze estremamente nocive;
posizione diversa rispetto a Seeling è stata assunta dall’ Istituto Fraunhofer, probabilmente la voce più autorevole al mondo nel campo della ricerca applicata, il quale stabilisce che un elevato isolamento determina un raffreddamento delle superfici esterne delle pareti e quindi causa la formazione di condensa. In dettaglio le facciate con un elevato isolamento a “cappotto” non riescono a trattenere il calore del sole e non vengono riscaldate sufficientemente dal calore emesso dall’interno della casa creando condensa sullo strato sottile dell’intonaco di rasatura. Costituendo un terreno fertile per alghe e muffe.
Per risolvere questi problemi si è agito, fino ad oggi con pitture ed intonaci che contengono fungicidi e biocidi, sostanze però che una volta sciolte inquinano le falde e i terreni.
La soluzione migliore è quella di usare materiali, come le membrane endotermiche Thermoshield, che non permettono la formazione di rugiada e condensa sulle pareti eliminando così il problema alla radice.